Non so se vi ricordate quello che ci siamo dette qualche tempo fa, circa le cose che vogliamo dopo il parto (salame, gorgonzola, sushi, e un pò di sana cura personale). E’ il momento di fare un bilancio di quello che, ad un mese dalla rottura delle acque, siamo riuscite a fare (e a mangiare soprattutto!).
A causa del mio stato di salute, e della degenza in ospedale, quando mio marito, pensando di farmi cosa gradita, mi ha chiesto: “Te lo porto un panino con il salame?”, io ho amaramente risposto: “No grazie, prendo del sangue, se c’è.” Solo qualche giorno dopo essere tornata a casa, abbiamo cominciato a flaggare la lista delle cose che desideravo prima, per vedere che effetto mi avrebbero fatto.
Per prima cosa c’è stata la rosetta con il salame. Devo dire che, morso dopo morso, mi sembrava di rivivere un vecchio amore che non avevo mai dimenticato. Mai, prima di allora, un semplice panino mi era sembrato tanto buono. Pensare che avrei potuto mangiarne altri, all’infinito, mi ha aperto le porte del cielo dei salumi, ed ho visto le famose stelle di Negroni.
Il primo venerdì a casa con Pablo Escobar (il soprannome momentaneo di Allegra, regina di crudeltà quando hai sonno, o quando tenti di scrivere un post) abbiamo preso il sushi. L’effetto è stato diverso rispetto ad un annetto prima. Mentre in passato, quando lo mangiavamo, era una festa tra wasabi e sake, quella sera regnava un clima di terrore. Eravamo attenti a non far cadere le bacchette, ad evitare che potessero fare qualsiasi rumore, perchè se Pablo si svegliava, non si mangiava più. Quel brivido freddo ci faceva venire la pelle d’oca ad ogni sashimi che si intingeva nella soia, e alla fine ci impediva di avvertire i sapori. Testa china sul desco, quasi in apnea, fino a quando mi sono alzata da tavola ed ho pronunciato, per la prima volta, la frase che ormai caratterizza quasi tutte le cene : ” Ok, finisci tu di mangiare. La tengo io, poi ci diamo il cambio”. Diciamo pure che potremmo vendere le sedie, tanto ne usiamo una alla volta.
Con il gorgonzola è andata meglio. E’ ospite fisso del frigo, come anche insalata e verdure rigorosamente non sterilizzate con il bicarbonato, che torna una presenza occasionale della nostra cucina. Evvai!
Mia madre e mia sorella mi hanno fatto dei regali personali per il parto (loro hanno letto bene l’articolo di cui sopra). Un bracciale e prodotti cosmetici. Peccato che il bracciale non lo metto perchè, quando prendo in braccio Pablo, rischio di graffiarlo, mentre i prodotti cosmetici sono ancora incartati… riesco a stento a mettermi l’olio per le smagliature al momento. Tempo al tempo.
Per la serie cura personale:
- devo dare notizia che sono riuscita a mettermi lo smalto. Mentre il temibile messicano dormiva, ho fatto la mano sinistra. Ogni fremito di ciglia, era un mio attacco di panico. Faticosamente finivo la mano sinistra, e temevo l’effetto n’ascella sì, n’ascella no. Ma alla fine ce l’ho fatta! Ora lo smalto è già sbeccato, ma questa è un’altra storia.
- il parrucca. Sabato scorso, prima di avere più capelli bianchi che castani, ho barattato con mio marito due ore dal parrucchiere, in cambio non so ancora di cosa. Che ve lo dico a fare: in quelle due ore Pablo ha dormito della grossa, mentre quando è sola con me, traffica e urla che è una bellezza. Mi sono addormentata più volte, mentre mi asciugavano i capelli, ma poi mi sono vista così bella che manco Belen con la farfalla. Appena sono arrivata a casa, però, il sogno è svanito, e sono tornata alla crudele verità. Quando dividi l’appartamento con una neonata, i capelli vanno rigorosamente legati, sennò ti fa lo scalpo. E sono tornata metà persona, metà coda di cavallo.
3 Comments
Giuro che ho riso come una pazza leggendo parte di questo post. Pablo Escobar come soprannome della piccola non l’avevo mai sentito. 😀 Per il resto del post, mi sono tornati alla mente certi ricordi… la sedia è stata un tabù per diversi mesi anche per me. I primi mesi sono duri, ma passano, ricordalo.
Baci
Sicuramente passano, ma per ora non si cena come una volta. Sono solo pasti in piedi 🙂
Pablo Escobar mi piace come soprannome, ci sta, anche perché i primi mesi di un neonato sono per la mamma un po’ come l’effetto della cocaina, allucinazioni, ansia, depressione, etc. Comunque passa, stai serena.
Baci